Quaderni di Tendenza tessili: dal medioevo a domani
La moda e i tessuti sono idee materiali, per capirle non basta una descrizione o un disegno, occorre fare appello all’esperienza dei sensi: vedere e toccare, fornire una referenza, parola molto tessile che deriva dal latino “referre” (far sapere). A questo servono i quaderni di tendenza tessili, le cui radici risalgono al medioevo.
Solo chi non capisce niente di tessile parla molto del futuro.
– Nino Cerruti
L’invenzione delle referenze tessili: campioni di tessuto e bambole mannequin
I quaderni di tendenza tessili derivano dai campionari dei tessuti, raccolte ordinate di campioni usati per mostrare le collezioni ai clienti. A loro volta i campionari hanno come antenati dei semplici fogli di carta con incollati alcuni pezzi di tessuto.
Nel mondo antico, pre-industriale, questi “fogli tessili” erano utilizzati nella corrispondenza di produttori e mercanti per mostrare le caratteristiche dei loro prodotti, offrirli ai potenziali acquirenti, discutere il prezzo. Musei e Archivi di Stato conservano documenti di questo tipo risalenti al Medio Evo.
La moda e i tessuti sono idee materiali, per capirle non basta una descrizione o un disegno, occorre fare appello all’esperienza dei sensi: vedere e toccare, fornire una referenza, parola molto tessile che deriva dal latino referre: (far sapere).
Il mondo pre-industriale per comunicare le sue idee in fatto di moda e tessuti inventa l’idea del campione e del modello in miniatura indossato da una bambola.
Fin dal tardo Medio Evo iniziano a circolare in Europa bambole manichino dotate di stupefacenti guardaroba per aggiornare le dame delle corti europee sugli splendori e le raffinatezze della moda italiana (in seguito francese). Nello stesso periodo iniziano a viaggiare anche i fogli con i campioni di tessuti, nastri, merletti, tutto quello che serve a “fabbricare la moda”.
Intorno al 1740 i fogli diventano volumi specificamente dedicati a diverse tipologie di tessuto: innanzitutto la seta e poi la lana, i pizzi, i ricami.
Bambola manichino – Inghilterra, 1755-1760
© Victoria and Albert Museum, London
Catalogo Claude Freres, 1842-1843
© National Gallery of Victoria, Melbourne
Bambola manichino – Inghilterra, 1755-1760
© Victoria and Albert Museum, London
Catalogo Claude Freres, 1842-1843
© National Gallery of Victoria, Melbourne
Rivoluzione industriale e fame di tendenze tessili: andiamo a Parigi!
Con la rivoluzione industriale la produzione dei tessuti si geolocalizza e si standardizza, si compongono i primi campionari industriali che mostrano tessuti esattamente riproducibili.
Parigi risplende come capitale della haute couture e del disegno tessile e diventa perciò la meta obbligatoria di tutti gli industriali tessili in cerca di ispirazione.
Si diffondono le riviste periodiche che riproducono i figurini, nelle Gazzette scrittori famosi commentano le mostre d’arte e le ultime creazioni dei couturie: la moda diventa “di moda”.
In questo clima così effervescente, così affamato di novità, nasce una nuova curiosa figura professionale: il commerciante di campioni.
Nel 1825 il disegnatore tessile francese Victor Jean-Claude lascia la regione dei Vosgi e va a vivere a Parigi dove inizia a produrre schizzi e a fare ricerche di materiale tessile di varia provenienza, da proporre ai fabbricanti di Sainte-Marie-Aux-Mines, importantissimo centro tessile situato nel nord est della Francia.
Nel 1834 la consulenza per i compaesani si struttura in un’attività vera e propria, un servizio di abbonamento periodico rivolto non solo ai produttori di tessuto ma anche alle scuole e alle associazioni di disegnatori tessili. Nel 1878 la ditta Jean Claude Frères ottiene la medaglia all’Esposizione Universale di Parigi: è il riconoscimento ufficiale dell’importanza mediatica dei quaderni di tendenza tessile come strumento di diffusione delle novità della moda.
Nel tempo questo successo determina il fiorire in Francia di una serie di aziende (Bilbille, Sociétes des Nouvautés Textiles, Textil Paris Echo, Modes et Techniques) legate alla pubblicazione dei campioni di tessuto hautes nouveautés. I quaderni tessili – cahiers textile – sono sempre venduti sotto forma di abbonamento: il servizio ha un costo molto elevato che è comunque inferiore alla spesa di un viaggio a Parigi, o nelle altre capitali, dove nascono le tendenze della moda.
Dalla fine degli anni ’50 gli editori francesi dei quaderni di tendenza tessile iniziano a chiudere e a cedere il passo all’avvento dei bureaux de style parigini.
Quaderni di tendenza tessili made in Biella: quello che muore in Francia, rinasce in Italia.
L’italianizzazione dei quaderni tessili è uno dei sintomi che tra il 1950 e il 1970 preludono alla grande stagione del Made in Italy. Mentre in Francia declina l’attività degli editori dei quaderni, in Italia, precisamente a Biella, si prepara il suo grande rilancio.
Il Biellese ha una tradizione tessile millenaria, ancora oggi è uno dei principali luoghi di produzione al mondo di tessuti pregiati. Negli anni ’50, in pieno boom economico, il Biellese diventa una Silicon Valley del tessile: molti giovani leoni, appena diplomati, rincorrono il sogno imprenditoriale e fondano micro aziende, piccoli lanifici ma anche tessiture, orditure, filature.
Pietro Alberto, diplomatosi in disegno tessile all’Istituto Tessile Quintino Sella di Biella (scuola che nel dopoguerra aveva un prestigio europeo), inizia giovanissimo a lavorare presso i migliori lanifici biellesi, creando contemporaneamente tessuti femminili esclusivi per Maestrelli-Milano, all’epoca il più importante grossista di tessuti in Italia.
Pietro Alberto conosce benissimo i cahiers con i tessuti francesi, in particolare quelli di Claude Frères e, da insider entusiasta, capisce che i tessuti biellesi, i “suoi” tessuti, sono più belli, più originali, più moderni.
Nel 1951, a soli 21 anni, fonda la sua azienda Pietro Alberto. Novità dall’Italia, non più dalla Francia.
Quaderni di tendenza tessili oggi: sicuri che non servano più? La tangibilità è il primo bisogno e l’ultimo lusso.
Oggi il web mette a disposizione tantissimi contenuti. Con un po’ di intuito e pazienza tutti hanno la possibilità di trasformarsi in trend hunter.
Il recente lockdown ha rafforzato l’idea che tutto si possa vivere in rete: acquistare cose, andare a scuola, coltivare relazioni, mostrare le collezioni ai clienti. Ma ha anche suscitato una nostalgia enorme nei confronti del con-tatto e del tatto.
Ci sono esperienze irriducibili legate ai nostri sensi (gusto, olfatto, tatto) che si producono, si capiscono e si condividono solo attraverso la realtà materiale. In rete non possiamo mangiare la pasta, non possiamo respirare un profumo, non possiamo toccare un tessuto.
Il bisogno di referenze concrete, così coltivato dai nostri antenati, continua a essere un bisogno reale nel mondo tessile.
La realtà è un lusso. I quaderni di tendenza tessili offrono il lusso di una concretezza che il web non può dare e ci ricordano che, prima di diventare abiti, giacche, camicie, gonne, i tessuti sono storie tattili che affermano la concretezza della fantasia e di quella fisicità di cui stiamo provando un’immensa nostalgia.
Si ringrazia:
-
Campioni in stoffa. I campionari tra storia, tecnica e arte, Giovanni Vachino, DOC.BI. Centro Studi Biellesi
-
I campionari di tessuti, un viaggio nella storia dell’industria
-
Histoire de la médiation entre textile et mode en France: des échantillonneurs aux bureaux de style (1825-1975), Maillet Thierry
-
Immagine di testata: allegato relativo a una commessa di Pannilana da Barcellona a Firenze, 1402- 1403. © Archivio di Stato di Prato, Fondo Datini
Scritto da Alessandra Alberto
Responsabile creativa di Alberto & Roy. Antropologa tessile e pioniera dello storytelling tessile, ricercatrice appassionata delle arti visive e amante della parola dice: “Il linguaggio, usato bene, crea storie e connette punti, ci rende umani, ci rende liberi”.